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Migliora la qualità dell'aria ed aumentano le rinnovabili. Ancora critica invece la situazione dei siti contaminati.

Il secondo rapporto sul Benessere equo e sostenibile, realizzato da un'iniziativa congiunta del Cnel e dell'Istat, si pone l'obiettivo di rappresentare una guida utile per policy maker, arti sociali e mondo della ricerca per identificare le priorità da affrontare nel breve e nel lungo periodo al fine di garantire un benessere equo e sostenibile alle generazioni presenti e future.

Il testo completo è consultabile a questo link : Rapporto ISTAT benessere e sviluppo sostenibile

Qui invece è possibile consultare una sintesi del medesimo: Sintesi Rapporto ISTAT benessere e sviluppo sostenibile

Dal punto di vista ambientale, il rapporto sottolinea la necessità di monitorare costantemente l'ambiente evidenziando come i benefici derivanti dalla messa in sicurezza e dalla bonifica dei territori supererebbero "i costi monetari e sociali sostenuti per il mantenimento dello status quo"

L’ambiente e le sue possibili alterazioni esercitano un impatto immediato, oltre che di medio-lungo periodo, sull’esistenza degli individui. Benessere significa anche godere di un ambiente preservato e non deteriorato, gradevole, ricco di verde, con la possibilità di trascorrere del tempo in mezzo alla natura, di respirare aria non inquinata, di passeggiare nei parchi delle proprie città, elementi da cui dipende direttamente la qualità della vita.

Per l’Italia, che dispone di una ricchezza straordinaria di beni ambientali, territoriali e paesaggistici, il legame benessere-ambiente è ancora più evidente. Sotto l’impulso delle normative comunitarie, il nostro Paese ha compiuto molti passi avanti per la tutela dell’ambiente.

Tuttavia gli indicatori presi a riferimento mostrano che l’Italia ancora patisce evidenti difficoltà dovute in gran parte alla carenza di armonizzazione dei sistemi di governance locali e alla mancanza di continuità nella gestione delle politiche.

Nel corso dell’ultimo anno emergono segnali contraddittori. Migliora, anche se lievemente, la qualità dell’aria e diminuisce (passando da 59 a 52) il numero di comuni che ne denunciano l’allerta per la salute umana superando il valore limite previsto per il particolato PM10 per più di 35 giorni l’anno.

La disponibilità di verde urbano nei comuni capoluogo di provincia risulta, anche se di poco, in aumento (con un incremento di circa lo 0,5% tra il 2011 e il 2012) mentre sostanzialmente stabili sono le aree verdi protette. Continua ad aumentare la produzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili che soddisfa in misura crescente il consumo interno lordo di elettricità, ponendo l’Italia sopra la media europea.

Nel 2012 la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è pari al 26,9% e presenta un incremento consistente, di 3,1 punti percentuali, rispetto all’anno precedente. Inoltre, nel 2012, risultano in calo il consumo di risorse materiali interne (l’aggregato dei consumi interni di materiali - Cmi - si attesta a un livello che è del 30% inferiore a quello del 2006) e l’emissione di gas serra (da 10,11 a 8,30 tonnellate di gas CO2- equivalenti pro capite tra il 2003 e il 2011) che, tuttavia, si spiegano anche con la forte contrazione della produzione provocata dalla crisi economica e dal rallentamento delle attività.

Parallelamente emergono alcune criticità, in particolare nelle difficoltà di bonifica dei siti contaminati e nella dispersione di acqua potabile dalle reti di distribuzione comunali. Nonostante le campagne di informazione ambientali, non sembra migliorare di molto nel corso del tempo il livello di consapevolezza dei cittadini verso l’importanza della biodiversità, tematica che tocca più la sensibilità dei giovani che quella degli adulti. La percentuale di persone che ritiene l’estinzione di specie animali e vegetali tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie è pari al 16,5% nel 2013 e sale al 24,6% tra i 14-19enni.